Il Colle e la Basilica di San Pietro a Tuscania
Colle San Pietro |
Giungendo a Tuscania da Viterbo, a neanche un km dall’arrivo, è inevitabile non rimanere stupefatti alla vista del Colle San Pietro su cui svetta, splendida, la Basilica. È difficile distogliere lo sguardo dalla sua imponenza ed è come se fosse lì a ricordarci che la vera Bellezza non viene minimamente scalfita dallo scorrere inesorabile dei secoli.
Sebbene il centro urbano si sviluppi sul Colle Rivellino, è tuttavia dal Colle San Pietro che inizia, generalmente, la visita guidata, non solo perché esso ci attrae con la presenza di uno degli edifici ecclesiastici più belli del mondo, ma anche perché questa è una delle zone della città in cui si attestano le tracce più antiche di antropizzazione: oltre a preesistenze dell’età del Bronzo finale (XII-X secolo a. C.) attestate nell’area urbana, sul Colle San Pietro si è identificata la presenza si un insediamento di capanne risalente all’età del Ferro (IX-VIII secolo a. C.).
L’insediamento ha goduto, sin dall’epoca etrusca, di una certa floridezza perché situato nella valle fluviale del Marta, che collega il lago di Bolsena al Mar Tirreno, lungo un’importante via di comunicazione posta sotto il controllo della più importante Tarquinia, di cui subì fortemente l’influenza culturale. Nell’VIII secolo a. C. sul Colle San Pietro si costituì l’acropoli del centro etrusco, che si sviluppò in tutta una serie di piccoli villaggi, posti sui vari promontori tufacei che costituiscono anche la città attuale. A testimonianza di questi insediamenti rimangono le necropoli, che si datano a partire dall’età orientalizzante (fine VIII-VII secolo): l’estensione e la munificenza delle tombe ci testimoniano lo sviluppo e la ricchezza del centro tuscanese soprattutto durante il periodo arcaico (fine VII-VI secolo), mostrando una generica adesione all’ambito culturale etrusco dei centri costieri, come Vulci e Tarquinia. Lo studio dei sepolcri rinvenuti in area tuscanese ha permesso, tra l’altro, di risalire ai nomi delle principali famiglie nobiliari, come i Curunas e i Vipinana. Tra le necropoli più importanti ricordiamo quelle di Madonna dell’Olivo, Pian di Mola, Peschiera, Carcarello, Ara del Tufo, etc.
Emergenze di epoca romana |
Durante l’epoca romana, Tuscania svolge un ruolo chiave in ambito territoriale, posta in posizione strategica rispetto alla via Clodia (fine III secolo), che collegava Roma all’Etruria nord-occidentale. Dopo il 90 a.C. Tuscania viene eletta a municipio con il nome di Tuscana e con la creazione della tribù Stellatina. Tracce relative a questo periodo sono state ampiamente rilevate sul Colle San Pietro: elementi architettonici di precendenti edifici di epoca romana sono stati reimpiegati, per esempio, nell’erezione Basilica.
Agli inizi del Medioevo fu sconvolta da diverse incursioni barbariche e nel 574 iniziò l’occupazione longobarda, che segnò l’inizio dell’ascesa di Tuscania, divendo anche sede di Diocesi (di cui si hanno notizie dal 595), e che crebbe ulteriormente di importanza col passaggio del territorio dai Longobardi al Papato nel 787. Successivamente passò nelle mani di varie famiglie, quali gli Anguillara, gli Aldobrandeschi, i Prefetti di Vico e gli Orsini. Il primo segno di declino si ebbe a partire dal 1192, quando la sede vescovile fu trasferita a Viterbo.
Nel XIII secolo si ha la costituzione del libero Comune e la città fu dilaniata dalle frequenti lotte fra fazioni. La perdita totale dell’autonomia si ebbe dal 1300 quando subì la dura sconfitta ad opera di Roma, seguita dall’imposizione di condizioni di pace assai dure, tra cui il cambiamento del nome in Toscanella (che conservò fino al 1911).
Dopo questa breve, ma necessaria, digressione storica, torniamo a parlare, seppur per brevi cenni, del Colle di San Pietro con la sua splendida Basilica.
Torre medievale |
Di certo questo rilievo, che si protende verso il fiume Marta, controllandone l’attraversamento, costituiva, come già accennato, il nucleo più importante della prima cerchia muraria medievale, datata tra il 1150 ed il 1250 e che fu in seguito ampliata verso nord con il tracciato che corrisponde a quello attuale.
In base agli studi di H. Thümmler (1938) oggi non possiamo più accettare l’VIII secolo come data di edificazione della Basilica di San Pietro, ma possiamo considerare l’anno 1093, data incisa nel ciborio, un termine ante quem almeno per la costruzione della cripta e del presbiterio (E. Parlato, 2001).
Sebbene dalla discontinuità planimetrica si possano distinguere diverse fasi costruttive (ne sono state individuate 4), San Pietro è un monumento storicamente molto compatto: la sua costruzione e decorazione vanno dalla fine del XI secolo agli inizi del XIII, senza alcun significativo intervento successivo (escludendo manomissioni e restauri nel corso dei secoli, soprattutto la ricostruzione dopo il sisma del 1971), probabilmente per il trasferimento della sede vescovile a Viterbo, che decretò il declino di Tuscania.
Chiesa di San Pietro - facciata |
Capitello in facciata |
La facciata con coronamento a capanna, presenta tre portali, di cui il centrale è opera di un marmoraro romano di scuola cosmatesca: fortemente strombato e decorato da fasce a mosaio e a bassorilievo, è molto più ampio dei laterali; le colonnine dei rincassi sorreggono capitelli di varie forme, alcuni con figure simboliche, come quella a mani alzate in un annuncio salvifico (vedi fig.). I portali laterali, a rincasso con archivolto fogliato, presentano nelle lunette simboli forse legati a precisi eventi storici. Sopra il portale si trova una loggetta cieca formata da dieci colonnine con capitelli ionici e undici arcatelle in marmo; i lati di questa due grifoni alati che tengono fra gli artigli una preda. Il rosone è suddiviso in tre cerchi concentrici evidenziati dalla tarsia marmorea cosmatesca e sono formati da teorie di colonnine, cerchi e fiori, in cui ricorre simbolicamente il 12, numero cristologico. Negli angoli del quadrante che incornicia il rosone sono raffiguarati i simboli dei quattro Evangelisti, mentre intorno alle bifore laterali troviamo, a destra, l’immagine demoniaca del vultus trifrons, inizio e fine di racemi che avvolgono figure mostruose; a sinistra invece l’immagine dell’Agnus Dei, con i due angeli che fiancheggiano l’Agnello, seguiti in basso da santi e profeti. La facciata di San Pietro si presenta, quindi, come un compendio di quel simbolismo enciclopedico che spesso caratterizza la decorazione architettonica delle chiese romaniche.
Simbolo dell'Agnus Dei |
La chiesa ha l’alta abside rivolta verso occidente, scelta forse legata alla topografia del sito: il terreno in discesa offre naturalmente lo spazio necessario alla cripta e rende maestosa la scenografica visione dell’abside stessa.
L’interno, solenne ed essenziale, è diviso in tre navate da basse colonne e pilastri incorporanti semicolonne non allineati e convergenti verso la conca absidale, gli intercolumni sono irregolari e bassi sedili in pietra uniscono le colonne, separando la navata centrale da quelle laterali.
Interno |
Il pavimento cosmatesco nella navata centrale risale alla fine del XI secolo, così come il ciborio che campeggia nel presbiterio (vedi sopra), mentre il ciborio nella navata destra è datato al XIII secolo; sempre nella navata destra troviamo l’ingresso principale alla cripta; nella navata sinistra sono sistemati sette sarcofagi etruschi e vi è l’accesso secondario alla cripta. Quest’ultima è divisa in nove navate divise da esili colonnine di spoglio che sorreggono volte a crociera e con capitelli figurati d’intaglio quasi bidimensionale o con motivi vegetali ridotti ad essenziale segno geometrico; alcuni tratti di muri romani in opus reticolatum indicano che per la costruzione sono state riutilizzati edifici preesistenti.
La cripta |
Per quanto riguarda la decorazione pittorica, le tre serie distinte di affreschi del presbiterio e della cripta sono state considerate unanimamente un tassello importante per la ricostruzione della pittura romana dall’XI al XII secolo: Ascensione di Cristo (nell’abside), Storie apostoliche (sulla parete destra del sacrario), Vergine con Bambino e santi (sull’altare della cripta).
Intorno all’edificio ecclesiastico si snoda il percorso archeologico con resti di strutture di epoca romana e svettano ancora maestose due torri difensive pertinenti il circuito murario della città.
La location del Colle San Pietro a la chiesa sono stati spesso scelti come set cimematografico per alcune scene di film, quali L’armata Brancaleone di Mario Monicelli, Otello di e con Orson Welles, Uccellacci e uccellini di Pierpaolo Pasolini, Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, Francesco di Liliana Cavani, la scena finale di Lady Hawk e, più recentemente, la seconda stagione della serie televisiva I Borgia.
Il tour di Tuscania prevede come tappe essenziali la visita guidata alle Basiliche romaniche di S. Pietro e S. Maria Maggiore e il centro storico: un tuffo nel Medioevo!
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